LO SPIRITO DELLA MISSIONE UNIVERSALE: (At 1,8 –GMG Sydney 2008) AVRETE FORZA DALLO SPIRITO SANTO E MI SARETE TESTIMONI FINO AGLI ESTREMI CONFINI DELLA TERRA

Sydney 2008 è la giornata mondiale della gioventù che può essere definita come quella in cui si è realizzata la maggiore risonanza mediatica. È in questa prospettiva che si colloca il magistero di Papa Benedetto XVI: negli eventi della gmg si è realizzata una continuità tra la principale forma di comunicazione cattolica – la liturgia – e la comunicazione-comprensibilità di essa all’interno dei linguaggi umani. Come momento culminante di tutta la giornata mondiale della gioventù la celebrazione eucaristica è stata vissuta con un globale senso di consapevolezza vera da parte dei giovani. In questo contesto e questo clima è risuonata vigorosamente la formidabile domanda del Papa ai giovani: “Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? Come state usando i doni che vi sono stati dati, la ‘forza’ che lo Spirito Santo è anche ora pronto a effondere su di voi? Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete?”.  Le esigenze davanti alle quali ci pone lo Spirito Santo sono quelle di contribuire alla formazione di una generazione di cristiani capace di edificare, in dialogo corresponsabile con tutti gli uomini di buona volontà, un mondo ed una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, bensì puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dall’egoismo che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani, una nuova era in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta. All’interno della Chiesa il Papa ha sottolineato la bellezza di una vita donata interamente al Signore nella vita consacrata e sacerdotale. In questa prospettiva il dono del Paraclito, attraverso la mediazione della Chiesa, diventa efficacemente capace di portare nel mondo in rinnovamento di cui ha bisogno e ben tratteggiato dal Papa che definisce il nostro tempo come deserto spirituale: “un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione. Quanti dei nostri contemporanei si sono scavati cisterne screpolate e vuote (cfr Ger 2,13) in una disperata ricerca di significato, di quell’ultimo significato che solo l’amore può dare? Questo è il grande e liberante dono che il Vangelo porta con sé: esso rivela la nostra dignità di uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio. Rivela la sublime chiamata dell’umanità, che è quella di trovare la propria pienezza nell’amore. Esso dischiude la verità sull’uomo, la verità sulla vita”.  Con il respiro universale dei giovani “investiti” della responsabilità dell’annuncio del Vangelo dallo Spirito Santo nella nuova Pentecoste celebrata da Papa Benedetto XVI a Sydney abbiamo vissuto l’esperienza in Madagascar nell’umile desiderio e tentativo di dare il nostro contributo all’edificazione di un mondo più giusto e fraterno, nell’ottica evangelica francescanamente incarnata dalle suore dell’Immacolata, che ci hanno introdotto in questa loro realtà con l’intenzione pastorale di costruire il Regno di Dio in modo sinfonico.

Questa responsabilità condivisa che attraversa la Chiesa nella sua universalità e nella sua particolarità di diocesi e congregazioni e associazioni e movimenti, al nostro ritorno, è ora consegnata alla nostra preghiera e azione pastorale. Non ci dimentichiamo del mandato ricevuto dal nostro Arcivescovo ed in comunione con la nostra diocesi desideriamo mettere a servizio della nuova evangelizzazione quello che abbiamo vissuto e, soprattutto, i doni che abbiamo ricevuto. Questi doni vigna del Signore sentiamo di dover far fruttare in sintonia con il programma pastorale diocesano annuale che mette al centro l’Eucaristia e le relazioni personali per attuare il convegno diocesano.

Don Fernando Bellelli, Articolo apparso sul notiziario parrocchiale “Comunità insieme” della parrocchia Madonnina in Modena, autunno 2008.

http://www.vatican.va/gmg/documents/gmg_2008_it.html