Si è tenuta dal 5 al 7 luglio 2018 la Summer school della SIPED (Società Italiana di Pedagogia) alla quale ho avuto l’onore e il piacere di partecipare, presentando lo stato d’avanzamento della mia ricerca dottorale sulla filosofia e pedagogia della dignità umana in Vico e Rosmini.

Cosa è la SIPED? Come leggiamo sul sito istituzionale, gli obiettivi della Società sono “promuovere lo sviluppo degli studi e delle ricerche nell’ambito delle discipline pedagogiche, favorire la costituzione e il potenziamento delle relative strutture per la ricerca e l’insegnamento, organizzare e sollecitare l’incontro e la cooperazione attiva tra tali studiosi, favorire gli studi sulle professionalità pedagogiche e sostenere la diffusione della cultura pedagogica in Italia e all’estero. In relazione a questi obiettivi, la S.I.PED.: organizza periodicamente Seminari e Convegni a carattere nazionale e internazionale; istituisce rapporti di collaborazione con Associazioni nazionali e internazionali che hanno fini analoghi e operano nello stesso campo, e con Enti e Istituzioni che hanno competenze nel settore educativo e formativo; cura la pubblicazione di volumi, collane e periodici.” https://www.siped.it/la-societa/scopi/

Bellissima cornice dei lavori Villa Amalia, location della Università di Messina e posto incantevole da cui si poteva ammirare la vista sullo stretto. Non ero mai stato a Messina e da quel poco che ho potuto vedere è davvero una bellissima città. Come anche molto suggestivo è stato il percorso dall’aereoporto di Caserta fino a Villa Amalia, percorrendo la costa orientale dell’isola. Inutile dire la delizia – tra le tante – dei cannoli siciliani, dei quali però avevo già potuto godere anni fa presso uno dei miei soggiorni a Catania.

Tante le ricerche presentate e le relazioni ascoltate, come altrettanto interessanti sono stati i professori e i colleghi re-incontrati e/o conosciuti e i contatti presi. E’ davvero importante “sdoganare” il nome di Rosmini anche fuori dalla realtà degli studi ecclesiastici: un tempo era la Chiesa  – in particolare grazie all’Istituto della Carità fondato dallo stesso Rosmini – a lavorare per far giungere il vissuto pastorale e culturale ad una corretta comprensione del suo geniale sistema filosofico-teologico, ora in ambiente accademico non ecclesiale il Roveretano non viene ancora giudicato nel ruolo di primo piano che a mio avviso gli compete. A noi rosministi, che nel Beato Rosmini abbiamo trovato una fonte di studio sterminata e una vita santa da imitare (invocando la sua intercessione), il compito di fare ancora di più perché egli sia apprezzato come è giusto!

Terminata questa summer school ad ognuno dei dottorandi presenti va l’augurio di proseguire negli studi con soddisfazione e dedizione.