Bellelli-E.Pili, Ontologia, fenomenologia e nuovo umanesimo. Rosmini ri-generativo, Città Nuova, Roma 2016.

Il libro si colloca all’interno del percorso del Cenacolo Rosminiano Emiliano-Romagnolo fondato e coordinato dal Dr. Fernando Bellelli. Cenacolo locale, ma in intenzionale riferimento a Fulvio De Giorgi, professore ordinario presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, al Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa, al Rosmini Institute, al Centro di Studi e Ricerche Antonio Rosmini, alla Comunità di San Leolino, all’Istituto Universitario Sophia, di cui intende raccogliere suggerimenti e prospettive. La struttura del volume è sostanzialmente costituita dagli atti del convegno organizzato dal suddetto cenacolo, svoltosi nel novembre 2014 a Modena, dal titolo: Rosmini per la nostra epoca: Elementi di rigenerazione.

Ad orientare il convegno è stata una precisa citazione di Rosmini: «Fra l’epoca di marcia e l’epoca di stazione v’ha un periodo nel quale la società lavora per organizzarsi, per condurre alla perfezione quell’ordine di cose al quale si è volta, ed è questo che chiamiamo un periodo organizzatore», A. Rosmini, Delle Cinque Piaghe della Canta Chiesa, n. 58 (nota).

La scelta della citazione ha avuto fortuna e seguito, ripresa più volte in altre sedi da studiosi qualificati. Le relazioni offerte dal convegno, opportunamente arricchite e approfondite, hanno offerto base e sostanziale materia per la pubblicazione di questo volume, strutturato in tre precise sezioni, precedute ognuna da una Presentazione, da uno Specifico saggio introduttivo, da un Bilancio conclusivo. Il pensiero del Rosmini viene qui riletto cercando deliberatamente di sorpassare una prospettiva di lettura semplicemente “archeologico-culturale”, e puntando piuttosto con determinazione ad un approccio multidisciplinare e ad un fruttuoso dialogo con la contemporaneità.

Il libro affronta anzitutto la crucialità della questione metafisica, impostata nell’ottica della “quarta fase” come  “altra metafisica”.  La questione ineludibile del fondamento ultimo di ogni sapere viene indagata alla luce degli ultimi sviluppi delle ricerche fenomenologiche, così pure quella del rapporto tra discipline filosofiche e discipline teologiche è analizzato entro la prospettiva rosminiana dell’antropologia e teosofia. Viene qui deliberatamente posta in rilievo la prospettiva antropologica propria dello stesso Rosmini; prospettiva entro la quale vengono interconnessi  e ricompresi temi e suggerimenti per nuove forme di cura pastorale o di spiritualità, propri di un orizzonte rinnovato di umanesimo cristiano e di evangelizzazione di una Chiesa.

Le specifiche sezioni entro le quali queste domande di fondo vengono affrontate sono tre: “Ontologia”, “Fenomenologia” e “Nuovo Umanesimo”. La prima sezione viene presentata in riferimento all’ontologia trinitaria, e funge da parametro di comparazione nei confronti dell’ontologia analitica e della prospettiva teologica della radical orthodoxy. Il confronto tra Rosmini e la fenomenologia, rispetto al quale esistono già studi embrionali, viene in questa sede allargato e approfondito nei termini di un ulteriore confronto con E. Husserl, E. Stein e J.-L- Marion. Tale operazione è alla base di un dichiarato proposito di “rilettura propositiva” del tempo presente e per il tempo presente. L’intento esplicito di questa terza sezione, Nuovo umanesimo, è infatti quello di individuare e riarticolare, anche in termini di spiritualità, la relazione fra il sapere teologico-filosofico e quello delle scienze, in particolare le scienze umane: pedagogia, diritto, arte e pastorale. La lista degli autori dei vari saggi include sia nomi ormai autorevoli del sapere filosofico, teologico e umanistico internazionale (quali Angela Ales Bello, Piero Coda, Fulvio De Giorgi), sia quello di giovani studiosi di fresco emergenti, che si affacciano con passione ed entusiasmo al tema nell’ottica presentata: Filippo Bergonzoni, Lorena Catuogno, Emanuele Pili, Alberto Baggio e Giovanna Gabbi.

Ed effettivamente occorrerà riconoscere – come fa Padre Umberto Muratore, direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa, nella sua lusinghiera postazione al volume – che c’è da congratularsi dello spirito nuovo che si respira in tutto il volume – cosa che già da se sarebbe sufficiente a stuzzicare il desiderio di accostarsi alla sua lettura anche da parte di quanti non siano ancora troppi introdotti nel pensiero di Rosmini. Le pagine infatti scorrono via veloci, offrendo il sapore e la percezione di un viaggio fruttuoso che apre nuove prospettive e piste da percorrere fino ai loro ultimi sbocchi.

Alcuni punti di avanzamento sembrano particolarmente significativi e immediatamente proponibili. In particolare è di Piero Coda il richiamo a porre in debita luce la portata straordinaria della visione e affermazione rosminiana della “persona come relazione sussistente”, evidenziando come tra i primi a compiere quest’operazione teoretica fu proprio Rosmini. Nel suo pensiero la relazione sussistente non è realtà esclusivamente propria e tipica delle persone trinitarie, quanto piuttosto analogicamente ritrovabile e vera anche nella persona umana. Angela Ales Bello rimarca altri interessanti punti di affinità tra Rosmini e i paladini della fenomenologia, in particolare quella di Husserl e della Stein, anche se, per ritrovarli sarà necessario ripercorrere i metodi di indagine dei vari studiosi decodificandone la terminologia in modo condiviso. In tal caso sarà più facile constatare come gli apporti delle prime due sezioni sostengano le intuizioni della terza nel suo variegato intreccio tra spiritualità, liturgia, umanesimo e fondamento del diritto. Non è infatti un caso che, nella Presentazione del presente volume, i curatori dichiarino apertamente di aver particolarmente tenuto a che questo volume uscisse nell’alveo del post-Convegno della Chiesa Italiana tenuto a Firenze: era una forma di ribadire anche l’intento squisitamente ecclesiale e ‘pratico’ della pubblicazione. In effetti, in molti dei saggi, si fa esplicita e  intenzionale sottolineatura dell’interazione fra teoria e prassi che intesse gli scritti, e prima ancora la spiritualità, del Roveretano.

Recensione apparsa in «Teologia» 2 (2016), pp. 314-316, di Pier Luigi Boracco