Carissimi parrocchiani,

stiamo avvicinandoci alla celebrazione della Settimana Santa e del Triduo di Passione, Morte e Resurrezione del Signore Gesù, unico Salvatore del mondo e nostra speranza. Da lì il tempo di Pasqua, che dilata la gioia della Resurrezione.

Il tempo della Quaresima, ci auguriamo, non è trascorso invano. Molteplici sono le iniziative della nostra comunità parrocchiale, che si sono intensificate durante il periodo fecondo e favorevole per la nostra conversione, quale è quello della Quaresima. Come arriviamo quest’anno alla Pasqua? Dalla visita alle famiglie per l’annuale benedizione di Pasqua, ho ricevuto una bella impressione della nostra parrocchia.

L’accoglienza non solo e principalmente formale e di circostanza, bensì attenta, cordiale e partecipe, che mi avete riservato è il segno di un desiderio sincero della grazia del Signore, con il quale testimoniate una fede ben ancorata alla tradizione e disponibile a sapersi rinnovare, con il passare del tempo e con il cambiare della mentalità. Proprio il mondo che cambia ci interpella a comunicare il Vangelo in modo sempre attuale.

Incoraggiante mi è sembrato, a tal proposito, il ciclo di incontri che abbiamo percorso con i genitori della scuola dell’infanzia e della scuola elementare, in particolare nel sollecitarci a riflettere sullo stile con il quale cerchiamo, come famiglie cristiane, di far maturare e far diventare vita concreta la nostra scelta di fede, con le sue implicazioni educative. Sono possibili, ci siamo detti, nella nostra attività educativa, almeno tre stili: di presenza, di paradosso e di fermento. Nessuno di questi stili può ritenersi nel diritto di squalificare gli altri due. Se è vero che lo stile di presenza mette in evidenza gli aspetti comuni tra la vita parrocchiale e la vita del territorio, e quello di paradosso mette invece in evidenza i punti specifici di differenza, quello di fermento cerca di comporre in una mediazione armonica i punti in comune con il territorio e lo specifico della bellezza della salvezza di Gesù. Ciascuno valorizzi con lo stile della famiglia i carismi e i doni che il Signore gli ha dato, con uno spirito di comunione autentica, non per compiacere se stesso, bensì per edificare la comunità in ogni opera di bene.

Tra le molteplici attività di questi mesi desidero portare la vostra attenzione sull’importanza dell’adorazione eucaristica, che, come consiglio pastorale parrocchiale, abbiamo scelto di sottolineare come aspetto particolarmente significativo nella quaresima. Oltre all’adorazione eucaristica della domenica pomeriggio, seguita dai Vespri, adorazione che nel tempo di Quaresima è stata sostituita dalla celebrazione della Via Crucis, animata dalle diverse classi-gruppi di catechismo dell’iniziazione cristiana, ogni venerdì sera, dopo la Messa dei giovani e degli adolescenti, gli stessi gruppi hanno proceduto a preparare ed animare questo importantissimo momento di preghiera, che, unitamente alla Parola di Dio, è tra i più importanti della vita spirituale, oltre alla prioritaria celebrazione dei sacramenti, tra cui la stessa Eucaristia. È un segno bello di continuità con il Convegno e il Congresso eucaristico diocesano. Unire gli aspetti più specificatamente spirituali che definsicono la nostra identità con gli aspetti più quotidiani della nostra umanità significa proprio essere un fermento evangelico per la società del nostro tempo: questo hanno cercato di fare anche i giovani con le due settimane comunitarie che abbiamo vissuto presso la casa delle suore di Gesù Buon Pastore, guardando per loro allo sviluppo della progettualità pastorale nei termini di oratorio, anche come struttura.

Dalla Pasqua scaturisce l’amore sponsale del Signore Gesù, Buon Pastore, per la sua Chiesa, amore che è alla base del conferimento della Riconciliazione (arriviamo ben confessati alle celebrazioni pasquali!), dell’Eucaristia (specificatamente nella prima Comunione) e del sacramento della Confermazione-Cresima. Saranno questi ed altri incontri di preghiera per le più diverse circostanze a coinvolgerci con assiduità nel tempo successivo alla Pasqua, fino alla Pentecoste.

Vi chiederete voi, allora, la vita della parrocchia è basata solo sulla sacramentalizzazione, come servizi da erogare e nulla di più? Direi proprio di no! La sensibilità comunitaria per il servizio, infatti, e l’attenzione al prossimo che manifestate (non ultimo il Centro d’ascolto Caritas) sono atteggiamenti concretamente belli, che possiamo far crescere ancora, anche con l’incremento del coinvolgimento missionario “ad gentes”, proprio in quanto sono un segno tangibile del nostro desiderio di sviluppare un’autentica carità pastorale, in cui sussistono gli aspetti della nuova evangelizzazione (l’annuncio del Vangelo a tutti, non dimentichiamoci dell’essenziale della nostra identità!), e della promozione umana (l’aiuto delle persone, specialmente i più bisognosi).

Da parte mia tutto l’augurio e la preghiera per una Pasqua celebrata con spirito rinnovato, in modo tale che l’evento che fonda la nostra fede, la Resurrezione di Cristo, ispiri e sostenga le nostre azioni e i nostri propositi in modo conforme alla volontà del Signore, che, nella Divina Misericordia del suo Sacro Cuore, è la nostra Pace, la nostra Verità e la nostra Vita.

Vostro don Fernando