Recensione apparsa su «Civiltà Cattolica» 3973 (9 gennaio 2016), pp. 93-94

di Carlo Manunza SJ

Bellelli, Etica originaria e assoluto affettivo. La coscienza e il superamento della modernità nella teologia filosofica di Antonio Rosmini, Vita e Pensiero, Milano 2014, pp. XXIV-380, € 30.

Collaboratore di diverse riviste, membro del Rosmini Institute, e fondatore del Cenacolo Rosminiano in Emilia-Romagna, Fernando Bellelli presenta qui la sua tesi di dottorato sull’etica nella teologia filosofica di Rosmini. Ci si propone di “leggere Rosmini con Rosmini” (p. 10) e pensarlo “oltre Rosmini” (p. 317).

Nella prima parte del libro, alla luce soprattutto del Trattato della coscienza morale e della Teosofia, l’A. presenta la proposta morale e il suo fondarsi nel corpo del pensiero del Roveretano, come si era venuto evolvendo nel corso degli anni. La seconda parte mette in luce il convergere del pensiero rosminiano con quello dei post-moderni, con particolare riferimento ad E. Lévinas; si sottolinea il comune impegno nel denunciare i limiti del razionalismo che rende i moderni incapaci di comprendere l’esperienza morale, la sua complessità e, al tempo stesso, la profonda connaturalità col mondo dei valori.

La ricerca mostra che nella convergenza di intellezione, affezione, volizione si rende possibile “l’articolazione delle connessioni epistemologiche della teologia, della metafisica, dell’ontologia, della fenomenologia, dell’ermeneutica” (p. 319), in una sintesi antropologica dove la coscienza morale è intesa “come giudizio speculativo di un giudizio pratico” (p. XIX). Questa prospettiva aiuta a comprendere la pertinenza ed il rigore teoretico della forma morale e del sintesismo rosminiano delle tre forme dell’essere (ideale, reale e morale), che determina, con la configurazione della metafisica della carità nei termini di pro-affezione, un’ontologia e un’antropologia triadico-trinitarie.

In particolare, l’affezione (e quindi la pro-affezione) in Rosmini può essere intesa come un atto della moralità che segue al giudizio pratico (che procede dal sentimento fondamentale) e genera l’operazione esteriore; costituisce allora una componente ontologica essenziale del sintesismo dell’essere morale-reale-ideale, riconducibile come tale al trascendentale pulchrum (iscrivibile nella prospettiva del trascendentale assoluto dell’amore).

Sotto questa luce, rileva Bellelli, la pro-affezione, considerata come struttura antropologica, presenta il tratto caratterizzante della sensibilità; considerata come struttura della rivelazione, quello dell’esteriorità, sia per quanto di essa può essere esperito ex parte hominis (ad extra) sia per come essa si comunica ex parte Dei (ad intra).

La coscienza credente emerge allora come la struttura antropologica che dà evidenza all’affectus fidei come proprio della libertà finita, costitutivamente intenzionale all’apprensione del verumbonumunumpulchrum per la rettitudine dell’agire come domanda ontologica originaria. La pertinenza del pratico appare così coefficiente essenziale per il riconoscimento del vero ai fini della qualità morale dell’agire. La pro-affezione, l’esteriorità e la sensibilità si delineano come specificazioni essenziali del trascendentale pulchrum: l’esteriorità è il pulchrum come pro-affezione della struttura dell’essere divino; la sensibilità è il pulchrum come pro-affezione della struttura antropologica.

Com’è evidente, il discorso svolto e i temi trattati sono molto impegnativi: ciò si riflette nel linguaggio altamente specialistico del volume. Ci aspettiamo di poter presto leggere l’autore in una trattazione dal genere letterario meno impegnativo di quello tesi dottorale, che renda i frutti di questa interessante ricerca accessibili anche a un pubblico non altamente specializzato.

http://www.vitaepensiero.it/scheda-libro/fernando-bellelli/etica-originaria-e-assoluto-affettivo-9788834328293-231715.html